Calkophonia
Di segni incisi e altre storie brevi
Di Alberto Zannoni
A cura di Enrico Versari
Introduce la mostra Cesare Reggiani
Sabato 13 dicembre 2014 ore 18
Via C.C. Scaletta n. 6 (a fianco del cinema Sarti)
Con: Impressioni musicali e parole a margine
Di David Tucci (Azziz)
La mostra è aperta dal 14 dicembre al 10 gennaio 2015, su appuntamento telefonico
Ogni pomeriggio (domeniche escluse)
328 7465593 – 348 1453193
Alberto zannoni è nato a faenza nel 1963. Ha frequentato la scuola di grafica “Albe Steiner” di Ravenna e in seguito ha collaborato con la casa Editrice Mobydick, per la quale ha prodotto varie copertine, loghi e materiale editoriale; ha affiancato a questa attività la passione per la calcografia, dopo aver seguito, nel 1987 i corsi di incisione della scuola “Tomaso Minardi” di Faenza.
Ha realizzato ex libris, grafica e illustrazioni, sperimentando e abbinando le diverse tecniche calcografiche; acquaforte, acquatinta, maniera nera e bulino. La somma di queste tecniche ulteriormente integrata, nelle tirature più recenti, con la stampa a caratteri mobili, compone la raccolta “Calcofonia”, serie onirica che abbina la conoscenza tecnica ad una notevole padronanza del disegno e della manualità, caratteristiche che incrociano naturalmente il percorso multidisciplinare intrapreso dallo Studio Battaglia di Enrico Versari, “luogo” che nasce con l’intento di far dialogare e interagire le diverse espressioni artistiche, laboratorio dove artisti e artigiani si incontrano dando vita a progetti individuali e collettivi.
La mostra “Calkofonia, di segni incisi e altre storie brevi” propone diversi temi e generi, ma la musica è Il tema dominante; musicisti che con i loro strumenti plasmano, tavola dopo tavola, il luogo del racconto, fumoso e denso, delle storie jazz, “Ballads” in bianco e nero dove il pentagramma e la parola scritta si incontrano; così come musica e parola “detta” si incontrano nell’aria. È sempre l’Armonia ciò che questi incontri ricercano.
È questo il gioco che sottende e ispira tulle le incisioni della serie, che potrebbe essere
Infinita (e probabilmente lo è) così come sono infinite le associazioni armoniche. Strumento e foglio, oggetto musicale e pagina, note e parole, sono soggetti che a vederli giocare insieme e rincorrersi allegramente, si direbbe formino un binomio scontato ma al quale, come spesso accade, nessuno pensa.
(…) Se provate a metterlo in un lettore di compact-disc, è ovvio che non ne uscirà un
dannatissimo niente. Ma oltre che lodevolmente stupido e romantico, il tentativo non sarà poi così lontano dal senso di un miraggio in bianco e nero.
Perché le “Ballads” sono nascoste tra i graffi incisi nelle tavole che costituiscono il corpo del lavoro di Alberto Zannoni.
E le potrete udire se magari in precedenza vi siete messi comodi, un distillato forte a portata di mano, qualche altro vizio comunque a disposizione. Per poi lasciar muovere fantasie, ironiche malinconie: se nel frattempo riuscite anche ad evocare un profilo o il sapore di un addio ‘Round Midnight, allora …
Perché le Ballads sono tutto questo, semplicemente, e ogni parola in più rischia di spezzare l’incantesimo (…)
Guido Leotta
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